Oggi, 8 dicembre 2020, S.E. Mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti e amministratore apostolico della Diocesi di Ascoli Piceno, ha celebrato in cattedrale e proclamato la prima omelia nella nostra Diocesi.

Questo il testo:

(Gen 3, 9-15.20: SI 98: Ef 1, 3-6.11-12; Le 1, 26-38)

“Ho udito la tua voce nel giardino”. Stando al libro che apre la Bibbia, è in un giardino che tutto comincia.

La Genesi, come dice la parola, ci consegna beninteso non una favola, ma un racconto sull’origine. E risponde ad una domanda: “Perché se il mondo è stato creato da Dio bello e buono esiste tanta sofferenza, tanto male?”.

Insomma, perché il giardino si è trasformato “nell’aiuola che ci tanto feroci” (Paradiso, XXII, 151)? La risposta è che la seduzione del serpente ha ottenuto il suo scopo: dividere, distruggere, distanziare. Sfido chiunque a dire meglio e in modo più conciso la nostra esperienza: quella di gente divisa tra interiorità ed esteriorità; di persone schierate l’una contro l’altra; di società che distruggono la natura; e di uomini e donne increduli, cioè distanti da Dio.

Fortunatamente, il brano evangelico costituisce il controcampo della pagina genesiaca e mette sotto il nostro sguardo una giovane fanciulla di nome Maria che è “piena di grazia”, come viene salutata dall’angelo. Maria non si lascia sedurre da chi divide, distrugge, distanzia, ma affascina per la sua integrità, la sua sensibilità, la sua spiritualità. Chi è dunque l’Immacolata? È il sogno di Dio sull’umanità che, come dichiara Paolo nella lettera agli Efesini, riprende vita grazie ad una nuova generazione per i quali l’amore di Dio viene prima, perché soltanto Lui è più forte del male, può colmare i vuoti che l’egoismo provoca nella storia. C’è bisogno di immettere nei polmoni intossicati nuovo ossigeno, aria pulita, nuova energia di vita.

C’è bisogno di Dio, cioè del silenzio, della grazia e della gioia che solo da Lui possiamo attenderci.

Si aprono due strade davanti a noi. La prima è non allontanarsi da Dio che soltanto può confermarci in questa certezza di essere amati e non gettati nel mondo.

Ecco perché la fede è cosi necessaria: ci dà una sicurezza che è come quella del bambino che sente di avere alle spalle dei genitori. La seconda è farsi compagno degli altri, lasciando emergere questa fiducia che illumina ogni giornata e ci dà forza per affrontare anche le situazioni umanamente più disperate. Ci è chiesta a questo proposito una qualità che è il segno proprio della Vergine che è integra e cioè l’ascolto. Noi, per contro, rischiamo di essere risucchiati nel vortice delle cose e di perdere la capacità di ascoltare la foresta che cresce, di avvertire il sapore della presenza di Dio, di cogliere le piccole gioie quotidiane. A ciascuno è chiesto di esercitarsi nell’ascolto. Allora scopriremo un’altra storia che è quella di Dio e che si compie nella madre di Gesù. Infatti: è “in lui (che Dio) ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità”.

Categorie: Diocesi